Pro Loco San Giovanni Montebello APS Via Filippo Meda,14 95014 San Giovanni Montebello
Giarre (CT) C.F. 92039290876
Email: prolocosgmontebelloaps@gmail.com prolocosangiovannimontebello@pec.it
Le nostre Chiese
Sorge su un’alta scalinata in pietra lavica con due ordini di gradini, in numero 24 e 6, simbolo della ricorrenza di San Giovanni Battista. Il suo prospetto tardo-barocco domina il vasto territorio della piana di Mascali. Sul portone principale, in una nicchia, è presente una statua di san Giovanni Battista con un agnellino, opera novecentesca del prof. Mariano Vasta di Giarre. L’interno a tre navate è decorato con stucchi e marmi pregiati. Sulla volta sono presenti affreschi di Tullio Allegra (quelli originari del 1744 erano di Pietro Paolo Vasta) raffiguranti episodi della vita del Battista. È presente un antico organo dotato di oltre 2000 canne, disposte simmetricamente all'ingresso e sulla volta. Poteva essere suonato insieme da due persone creando così un effetto acustico particolare. Oggi purtroppo non è possibile usarlo perché andrebbe restaurato.
Sull'altare è presente un quadro raffigurante il Battesimo di Cristo, 'u quadruni', dipinto da Alessandro Vasta. Durante la festa dedicata a san Giovanni Battista (24 giugno) grazie a una complessa macchina barocca presente sotto l'altare, il quadro viene abbassato, rivelando il settecentesco simulacro di san Giovanni Battista. La statua in legno di tiglio risale al XVIII secolo e pesa 173
kg. Il fercolo (vara) utilizzato durante i festeggiamenti fu creato nel 1922. Sopra l'altare sono presenti alcune canne dell'organo. Nel catino è presente l'affresco di Tullio Allegra raffigurante la predicazione del Battista nel fiume Giordano. Dello stesso autore sono gli affreschi presenti sopra i cori lignei raffiguranti san Marco, san Giovanni, san Luca, san Matteo, Giovanni Battista che accusa Erode e Il martirio di Giovanni Battista.
Realizzati nei primi anni del 900, sono costituiti da tre cicli pittorici sulle volte delle navate della chiesa, un grande soggetto sul catino dell’abside, nelle pareti dell’altare maggiore, nella parete interna della monumentale facciata e dai riquadri presenti nelle pareti laterali.
Partendo idealmente dal presbiterio verso il portone centrale in successione troviamo:
- La Gloria di san Giovanni Battista
- L’apparizione dell’Angelo Gabriele a Zaccaria
- La visita di Maria a Santa Elisabetta
- La sacra Famiglia, san Giovannino e Zaccaria
- Giovanni si ritira nel deserto.
- Le tre virtù teologali.
La nascita prodigiosa di san Giovanni è citata nel Vangelo di san Luca, preannunciata dall’Angelo Gabriele a Zaccaria durante il suo servizio al tempio. Come è noto ai più Zaccaria ed Elisabetta erano ormai anziani per concepire un figlio ma Dio concede loro questa grazia particolare, come particolare sarà la missione affidata a san Giovanni, precursore di Gesù, chiamato a spianare la strada al Messia. Sul catino absidale possiamo ammirare la predicazione di San Giovanni nel deserto, mirabilmente eseguita
dall’artista, opera che visivamente si armonizza con il ciclo pittorico della vita del grande precursore. Nelle pareti del coro, sempre sull’altare maggiore possiamo ammirare specularmente altri due episodi ricollegati al grande ciclo pittorico centrale: il Battista ed Erode Antipa nella parete di sinistra, e il Martirio a destra. Il primo episodio è l’incontro che il Santo fa con Erode, Tetrarca della Galilea, il quale incurante dell’antica legge ebraica, aveva sposato sua cognata Erodiade, ex moglie del fratello di lui. Oltraggio e sopruso denunciato da Giovanni che per questo verrà imprigionato e ucciso.
Ad incorniciare le scene di vita del santo, divisi in due coppie sono ritratti i quattro autori dei Vangeli: Luca, Marco, Matteo e Giovanni, ben riconoscibili perché accompagnati dai loro attributi iconografici. Meno visibili ma non meno importanti rimangono i due riquadri sulla parete di fondo dell’abside, dedicati ai Santi Antonio abate e Luigi Gonzaga. Non una scelta casuale ma un richiamo importante alla devozione che i nostri antenati hanno riservato a queste due importanti figure. Del primo in chiesa possiamo ammirare una pregiata scultura lignea policroma, mentre per quanto riguarda la figura di San Luigi, nei tempi passati
esisteva una confraternita a suo nome di cui non si hanno molte notizie oggi.
In questa navata si vogliono esaltare le virtù femminili impersonificate dalle figure bibliche dall’Antico Testamento fino al Nuovo Testamento, dove la piena realizzazione della donna si incarna in Maria Immacolata, a cui è dedicato l’altare che si trova alla fine di questa navata.
Partendo dalla porta di ingresso fino all’altare dedicato a Maria Immacolata troviamo:
- Giaele e Sisera
- Giuditta e Oloferne
- Ester e il re Assuero
- Rebecca al pozzo
- Maria Immacolata in gloria con angeli
Nel primo riquadro troviamo Giaele e Sisera, quest’ultimo come raccontato nel Libro dei Giudici viene ucciso da Giaele con un chiodo conficcato nel cranio. Nel secondo viene raffigurata invece Giuditta che decapita Oloferne, generale babilonese pronto a mettere a ferro e fuoco il popolo di Israele, scampato al massacro grazie al coraggio e alla bellezza di Giuditta che con l’inganno lo attira nella sua tenda e gli tende un agguato mortale. Nel terzo riquadro invece viene ritratto l’episodio di Ester ed il Re Assuero. Durante la deportazione babilonese, Ester mette a rischio la sua vita presentandosi davanti al Re per salvare il popolo di Israele dallo sterminio.
Nel quarto riquadro, in questa sequenza tutta al femminile, troviamo Rebecca al pozzo: Isacco in cerca di una buona moglie per lui manda un servitore nelle terre di un suo lontano parente in cerca di una sposa buona e generosa degna di lui, insieme ad alcuni suoi possedimenti da concedere come dote per le nozze. Dopo il lungo viaggio il servitore si ferma nei pressi del pozzo e aspetta l’arrivo di Rebecca che molto generosamente si offre di dare ristoro a lui e al suo bestiame. Nel quinto ed ultimo riquadro invece viene raffigurata l’Immacolata Concezione e due angeli.
In sequenza troviamo:
- Eliseo offre i venti pani d’orzo
-Il re Davide porta l’Arca dell’Alleanza a Gerusalemme
- Elia e l’Angelo
- Mosè e il popolo di Israele raccolgono la manna
- Gloria del Sacro Cuore di Gesù con angeli.
Primo riquadro, Eliseo offre i venti pani d’orzo. Nel libro dei Re, viene raccontato che il profeta Eliseo riesce a sfamare cento persone grazie a venti pani d’orzo che miracolosamente si moltiplicano; episodio che è anticipo delle moltiplicazioni miracolose di Gesù per sfamare la folla che lo seguiva. Secondo riquadro rappresenta il re Davide porta l’Arca dell’Alleanza a Gerusalemme, questo particolare passaggio dell’Antico Testamento è prefigurazione della presenza e della benedizione di Dio sul popolo di
Israele, inserito in questo particolare ciclo pittorico vuole richiamare la presenza Eucaristica di Gesù nel tabernacolo.
Elia nel deserto viene nutrito da un angelo mandato da Dio è il terzo soggetto. Il profeta, minacciato di morte dalla regina Izebel, fugge nel deserto e qui viene soccorso da Dio tramite un angelo che gli porge dei pani per nutrirsi, un invito che non è solo nutrimento fisico ma anche spirituale, come quello che fa Gesù invitandoci ad accostarci alla Santa Eucaristia: “Io sono il Pane vivo disceso dal cielo, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò per la vita del mondo è la mia carne”(Giov 6,51). Ultimo di questi richiami eucaristici presenti nell’Antico Testamento, troviamo Mosè e il popolo israelita che raccolgono la manna, il prodigioso nutrimento che nel duro viaggio nel deserto Dio fa cadere dal cielo. La manna scendeva tutti i giorni, eccetto il sabato. E ogni israelita, la mattina, ne raccoglieva la misura necessaria per nutrirsi nel corso della giornata. Se qualcuno ne raccoglieva di più essa marciva. Solo il venerdì era consentito una doppia misura perché doveva servire per il sabato, giorno di riposo dalle fatiche e di lode al Signore. E Gesù, il Messia, venuto al mondo dal cielo, è in persona la manna, ossia il cibo, che fa
vivere per sempre. A concludere l’intero ciclo, è la rappresentazione della gloria del Sacro Cuore eucaristico di Gesù, che
analogamente al riquadro dell’immacolata Concezione sulla navata destra, è affiancato da due angeli.
Riquadro parete di destra: San Giovanni Battista battezza Gesù
Prima della costruzione del monumento funerario dedicato al Monsignor Musumeci vi era qui la sede naturale del Battistero, successivamente traslata nel vano dell’antico orologio, dove si trova tutt’oggi. Il soggetto ritratto dall’Allegra è una copia conforme alla grande tela presente sull’altare maggiore, opera della scuola di Alessandro Vasta.
Riquadro parete sinistra: il sacrificio di Isacco
Collocato nella navata dedicata al Ss. Sacramento, esso rappresenta il celebre episodio del Libro della Genesi, quando su richiesta di Dio, Abramo porta l’amato figlio Isacco su un monte per offrirlo in sacrificio. Qui è rappresentato nel momento più drammatico dell’episodio, Isacco è legato e disteso sulla legna da accendere per il rito, ed Abramo stringe il coltello in mano verso il cielo pronto a compiere il doloroso gesto, prontamente fermato poi dalle parole di Dio padre.
Nella parete interna della facciata ai lati del portone centrale, vi sono rappresentati due Arcangeli, San Michele a destra, riconoscibile per l’armatura e lo scudo, e san Raffaele indicato nella Bibbia come emblema dell’angelo Custode, infatti stringe a se un bambino.
La chiesa del Santissimo Ritrovato (in siciliano "Signuri Asciatu") è una chiesa di San Giovanni Montebello. Venne chiamata così perché costruita in memoria di un episodio di furto e di successivo ritrovamento dell'ostensorio dalla Chiesa di San Francesco Borgia di Catania alla fine del Settecento. Venne fatta costruire dal barone pedarese Domenico Papardo nel suo fondo tra il 1821 e il 1825, dove un tempo era stata
eretta una statua a ricordo delle ostie rubate.
La sua pianta ottagonale e l'intonaco esterno della facciata sono probabilmente opera di un progettista di origine catanese. La chiesa è ornata con due dipinti di Giuseppe Zacco, raffiguranti la Crocifissione e l'Annunciazione. In sagrestia sono conservati un quadro raffigurante Sant'Antonio da Padova dell'artigiano Paolo Ferlito e un'incisione raffigurante il ritrovamento del Santissimo Sacramento, opera di Antonio Zacco.
Pro Loco San Giovanni Montebello APS Via Filippo Meda,14 95014 San Giovanni Montebello
Giarre (CT) C.F. 92039290876
Email: prolocosgmontebelloaps@gmail.com prolocosangiovannimontebello@pec.it